Buona comunicazione: facciamo il punto?

Parto della mia osservazione per analizzare la comunicazione ai tempi dei bot

Osservare ĆØ una delle attivitĆ  più interessanti, di qualsiasi cosa noi ci occupiamo, l’osservazione dovrebbe far parte della nostra quotidianitĆ . Lo dice sempre la miaĀ Coach “Se qualcosa ti perplime, fermati e osserva, dopo ti sarĆ  tutto (o quasi) più chiaro” e cosƬ ho fatto. L’oggetto del dibattito, lo avrete capito, ĆØ l’utilizzo dei bot nella buona comunicazione digitale. Visceralmente mi sale una rabbia che lascia perplessa anche me che, di solito, vivo e lascio vivere, eppure su questo elemento non ce la faccio. Allora ho fatto un passo indietro e ho osservato. Ho cercato dentro di me la ragione scatenante di questo fastidio cosƬ intenso ed ho scoperto un paio di cose interessanti che scelgo di condividere con voi, nella speranza di offrire un nuovo punto di vista.
1. Le vie facili non mi convincono.Ā Che ĆØ diverso dal cattolico senso del dover far fatica per ottenere un risultato. Significa che una fanbase ben costruita (e, attenzione, parlo di fanbase e non di community-qui si parla di business e non di cricche ristrette di amici/amiche che seguono il guru del momento) può portare ad ottimi risultati, in termini di buona comunicazione, solo se creata attraverso la conoscenza dei nostri servizi e/o la qualitĆ  dei nostri prodotti. Quindi, a mio parere, meglio spendere in paid advertising (campagne a pagamento) ben targettizzate, che gettare i soldi “a caso” per qualche like o follower in più assolutamente non in target.
2. Mi chiedo dove stia andando la buona comunicazione. Stiamo regalando ai robot la possibilitƠ di dialogare al posto nostro con i nostri clienti, di costruire un rapporto non- basato sulla user experience e, peggio, di crearceli (i clienti) anche se finti. PerchƩ? Per mostrare che abbiamo numeri alti forse? E cosa ce ne facciamo se, per esempio, siamo una realtƠ piccola che potrebbe invece spendere il tempo a migliorarsi a livello di servizi?
3. Credo che la popolaritĆ  dei social network vada rivista. ƈ importante avere i numeri su Instagram… perchĆ©? Voi mangiate numeri? Io mangio carote, lamponi o speck e maionese. Se domani Mark e compagnia bella staccassero la spina noi cosa faremmo? Saremmo in grado di co-mu-ni-ca-re con i nostri clienti? Sapremmo scrivere testi originali e creare un dialogo con i consumatori? Mi chiedo, di nuovo, non ĆØ che ce la stiamo raccontando e stiamo puntando tutto su un aspetto che non ĆØ quello principale? Se, invece di una campagna con i bot, mettessimo a budget un corso di formazione per il nostro staff sulla FelicitĆ  aziendale? Oppure un corso di team building? Non so, chiedo… mi chiedo, non ĆØ che stiamo guardando dalla parte sbagliata e stiamo solo cercando la via più facile per fare qualcosa che, di fatto, ĆØ molto difficile?
Vi assicuro, comunicare bene (la vecchia e cara Buona Comunicazione) ĆØ difficile. Scrivere testi pazzeschi ĆØ difficile. Creare una fanbase affezionata che ci ascolti, anche quando diamo cattive notizie, ĆØ difficile. Mica impossibile, difficile, nel senso che richiede impegno e testa. E non ĆØ possibile che tutto si riduca ad avere i numeri alti, proprio no. Poniamoci sempre nella condizione di saper comunicare, prima di tutto. Un buon copy non potrĆ  mai essere sostituito dai bot. Un’immagine scattata con cura idem. Una campagna (anche social) progettata e studiata nei minimi dettagli, pure. E, udite udite, un sito web ben indicizzato ĆØ l’unica via per vendere bene online, non ci sono vie d’uscita a questa realtĆ . Con i social soltanto non so vende, con un sito web ben fatto si. A meno che non si parli di nicchie di mercato ben definite che, comunque, trarrebbero giovamento da un e-commerce sviluppato come si deve.
Facendo la mia osservazione, osservando la mia personale rabbia, ho compreso che non ĆØ tanto l’utilizzo dei bot che mi disturba; o meglio, anche quello. Piuttosto, sono tutti questi aspetti che riguardano la buona comunicazione ad avere bisogno, secondo me, di essere rimessi al loro posto in ordine di prioritĆ . Ci stiamo perdendo. Io stessa, confesso, gongolo guardando il numero di followers crescere, poi però verifico quanti di questi sono clienti e allora capisco che il buon caro e vecchio passaparola, per ora, la fa ancora da padrone.
Quindi, fino a quando le date dei miei corsi non saranno sold out in un lampo grazie ai followers di Instagram, continuerò ad impegnarmi e ad aumentare le mie competenze in tema di buona comunicazione. Includendo certamente i social network e i siti web, perché ormai fanno parte a tutti gli effetti del mondo della comunicazione, ma non sono gli unici elementi su cui puntare.
Per fortuna c’ĆØ chi si sta svegliando in questo senso e sviluppa tools interessanti da questo punto di vista, come ad esempio i ragazzi di www.ninjalitics.com che hanno sviluppato uno strumento che permette di verificare la crescita di un account Instagram, analizzando nel dettaglio l’aumento e la perdita di followers. Le sorprese non mancano e io mi chiedo se, finalmente,Ā sia arrivato il momento che le aziende comprendano con chi lavorare e a chi affidare la loro comunicazione.

Questo ĆØ il quarto aspetto che ho potuto vedere ben chiaro osservando il mio fastidio. Io credo che i miei 20 anni di esperienza (e sono pochi…) non si possano mettere in discussione (se volete approfondire potete qualcosa su di me a questo link), eppure, ci sono professionisti di vario genere che decidono di fare il mio lavoro e pompano a suon di bot i loro account, in modo da risultare più “credibili” nei confronti delle aziende. In questo modo i profili con pochi followers diventano segno di poca esperienza e poche competenze, mentre i profili con i numeri alti diventano automaticamente sinonimo di professionalitĆ .
Ecco, la buona comunicazione non ĆØ misurabile attraverso questi parametri.
I numeri contano? Si certo, ma non sono tutto.
La community conta? Si certo, ma non ĆØ tutto.
Conta il saper comunicare bene, conta la capacitĆ  di far proprio l’obiettivo di un cliente per studiare una strategia comunicativa, se parliamo di chi sceglie la mia professione. E lo stesso vale per tutti. Prima di gonfiare i numeri su Instagram, verifichiamo la qualitĆ  dei nostri prodotti/servizi e verifichiamo se la nostra presenza online ĆØ ben strutturata. Abbiamo un sito web adeguato? Stiamo comunicando nel modo più efficace? Fatte queste verifiche, vedremo certamente i numeri (e auspicabilmente anche il fatturato) aumentare.
Ora, lungi da me il passare per la Flintstone della situazione, tutt’altro. Solo che credo sia giunto il momento di fare ordine e di ridare importanza agli aspetti che realmente sono prioritari quando di parla di buona comunicazione. Mi rendo conto, ad esempio, che per una grande azienda la possibilitĆ  di fare customer service attraverso un bot sia un buon metodo di risparmiare, quindi evito di condannare a priori, dopodichĆ© cerco di creare una serie di riflessioni per migliorare la qualitĆ  della comunicazione per me e per i miei clienti.
Se avete opinioni diverse, il dibattito ĆØ aperto e io sono qui ad aspettare i vostri commenti. Fatemi sapere se avete trovato utile questo articolo!

2 parole sul Personal Branding di Madonna

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Quali consigli possiamo ricavare, per il nostro Personal Branding, studiando la carriera di Madonna?

Premessa importante: nessuno prenderĆ  in considerazione la sua musica, le sue scelte personali e quant’altro, analizzeremo solamente la sua carriera in tema di Personal Branding, come se fosse il CEO di una qualsiasi multinazionale di successo. Si, perchĆ© comunque la si pensi sui suoi prodotti, il suo resta un successo, dal 1983, con alti e bassi come ogni azienda e il suo brand ĆØ stato di ispirazione per molti.
Il 16 agosto Madonna (la cantante) ha compiuto sessant’anni e io, da fan sfegatata quale sono, ho iniziato a sfogliare i due quaderni interamente dedicati a lei che conservo e aggiorno da quando ho 9 anni. Mentre davo uno sguardo qua e lĆ  ho iniziato a pensare che in effetti ha molto da insegnare. La gestione del suo Personal Branding può fare scuola e si possono fare alcune considerazioni utili per qualsiasi professionista.
In particolare, ho evidenziato tre elementi fondamentali per il Personal Branding che sono presenti nella sua carriera, eccoli.
1. Visione.
MadonnaĀ si sentivaĀ che avrebbe sfondato, sapeva esattamente dove voleva arrivare. Probabilmente non conosceva tutti i passi che avrebbe compiuto, eppure aveva la percezione di quello che sarebbe accaduto nel futuro. Non so se l’abbia fatto consciamente o inconsciamente, ma comunque ha utilizzato la tecnica (molto efficace) della visualizzazione. Di cui vi parlerò tra qualche settimana. Per un buon progetto di Personal Branding ĆØ fondamentale avere una visione, basta chiedersi “Come mi vedo tra dieci anni?” e pian piano i nostri passi si dirigeranno sulla strada esatta che porta a quel risultato.
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2. Competenze
Gli elementi che spingono alla nascita di un brand e, di conseguenza, allo studio del suo Personal Branding sono molteplici. Istinto, intuizioni, talenti… e tutto questo deve essere sempre supportato dallo studio e dalle competenze. Madonna si era preparata prima, aveva studiato danza e canto ed ha proseguito durante tutta la sua carriera a studiare gli strumenti e a lasciarsi incuriosire da quella che ĆØ la sua categoria di appartenenza, la musica. Studio, competenze e curiositĆ  non devono mai mancare. Fare formazione continua aiuta anche a meglio dirigere il nostro business verso ciò che ci piace di più e a renderci conto delle nostre eventuali lacune.

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3. Comunicazione Liquida
Il Personal Branding di Madonna insegna la necessitĆ  di essere liquidi, l’importanza di mantenere fede ai valori e alle motivazioni che portano avanti il nostro business, pur attraversando i trend e le mode. Di più, essere liquidi come Madonna, significa anche riuscire a dettare legge in termini di mode (pensate ad esempio all’espetto fashion del suo Personal Branding) rimanendo sempre sĆ© stessi.
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La comunicazione liquida ĆØ un concetto relativamente nuovo, un’idea che ĆØ sempre stata nell’aria ma che si faticava a portare avanti perchĆ© le aziende erano, giustamente, molto legate al loro logo e anche ai colori aziendali. Oggi per alcuni tipi di business questo atteggiamento ĆØ tollerato e, anzi, ĆØ portato avanti con entusiasmo.
Questo terzo elemento ci aiuta a dare il giusto peso e la corretta importanza agli aspetti che ruotano intorno alla comunicazione di un’attivitĆ ; anche a livello di tempistiche. Chiediamoci, quanto tempo debbo impiegare per pubblicare il mio sito? E il logo? Ciò non toglie importanza, attenzione. Significa solo prendere decisioni e fare scelte in un’ottica, io credo, decisamente più serena. Il Personal Branding di Madonna, da questo punto di vista ĆØ perfetto. Camaleontica e fedelissima a sĆ© stessa nel medesimo tempo
Queste erano alcune considerazioni che riguardano il Personal Branding di un’artista che considiamo un’azienda tipo e dalla quale possiamo imparare molto. Spero vi possano essere utili e aspetto i vostri commenti e le vostre considerazioni.
A proposito di Personal Branding, a fine settembre ci sarĆ  un’edizione di BeYounique, il corso che tengo insieme ad Elena Colombo (conoscetela qui) e che tratta di tutto ciò che ruota intorno a questo argomento; se volete saperne di più, trovate tutte le info a questo link.

Come ho sviluppato il mio profilo su Instagram

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Sei mesi di impegno su Instagram mi hanno portato a questi risultati.

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Volete sapere cosa può succedere impegnandosi su Instagram per sei mesi?

Da sempre sono una fan dell’esperienza. Con l’esperienza abbiamo la possibilitĆ  di essere più efficaci quando consigliamo qualcosa ad un amico oppure ad un cliente che si rivolge a noi. In questo caso avevo bisogno di fare una prova reale, sul mio profilo, per comprendere al meglio alcune dinamiche che riguardano Instagram.
Dal 2 di febbraio ho iniziato a postare due o tre fotografie al giorno, seguendo un tema visivo a tre colonne: una per i selfie, una per i flatlay e una per le quotes. Inizialmente è stato difficile, sopratutto reperire fotografie che mi piacessero, dopodiché è diventato sempre più semplice e ho potuto dedicarmi anche alla stesura di un piano editoriale che portasse i followers alle notizie che interessavano a me.
L’esperimento su Instagram ĆØ andato molto bene, sono passata da 280 a 800 followers reali in maniera totalmente organica e mi sono fatta un bagagli di esperienza in prima persona che mi ha consentito di scrivere questi tre consigli, che mi auguro siano utili per tutti.

EccoĀ i miei 3 consigli utili per voi.
1. chiedetevi ā€œDi cosa voglio parlare?ā€
2. scegliete un tema che vi regali libertĆ 
3. affidatevi anche ad un buon fotografo

Il primo ĆØ un consiglio analogico al 100% che vi invita a prendere carta e penna e a rispondere a questa semplice domanda “Di cosa voglio parlare sul mio account Instagram?” cosƬ facendo sarete in grado di capire se procedere con un tema visivo di soli panorami, oppure di soli selfie oppure, come ĆØ successo a me, comprendere che avevo bisogno di un tema a tre colonne. Anche in questo caso, la parola chiave ĆØ: consapevolezza. A questo proposito potete leggere il mio approfondimento a questo link.
Secondo consiglio, scegliete un tema di Instagram che non vi rinchiuda e che vi regali molta libertĆ  di espressione. Anche se deciderete di scegliere un colore, ad esempio, fate in modo che quel colore sia presente in ogni fotografia senza soffocare tutta la gallery. State rappresentando voi stessi e quindi fate attenzione anche ai dettagli.
Infine, anche se siete maestri di selfie, potrĆ  accadere che abbiate bisogno di una determinata inquadratura per esprimere un concetto su Instagram e quindi affidatevi anche ad un fotografo. Meglio ancora se un fotografo giĆ  esperto dal punto di vista del branding e del personal branding. Io personalmente ho collaborato con tre fotografe prima di approdare alla persona giusta per me, quindi non arrendetevi se al primo colpo non dovesse andare come desiderate.
Per tutto il resto vi invito a vedere questo mio primo video, anch’esso un esperimento che mi haĀ ricordato che ci vuole impegno e una vision generale prima di iniziare ogni progetto.
Fatemi sapere cosa ne pensate šŸ˜‰ ah, ecco il link al mio profilo Instagram.