Sai che Primark non vende e non ha un e-commerce sul suo sito?
E sai anche che durante il lockdown una delle domande piĆ¹ ricorrenti tra i marketers era proprio “ChissĆ come la pensa oggi Primark in merito allo shop online? Si starĆ mangiando le mani?”
Sul caso Primark c’ĆØ parecchio materiale online che spiega la scelta di non avere un e-commerce sul sito, come l’articolo del 2013 di econsultancy.com (ti lascio qui la mia traduzione) tuttavia, in un momento in cui avere e-commerce sembra essere imprescindibile per qualsiasi tipologia di business, era inevitabile pensare a chi ha adottato una strategia diversa.
PerchĆ© parliamo di e-commerce proprio oggi? PerchĆ©, come detto sopra, l’emergenza COVID-19 ha spiattellato sotto gli occhi di tutti che ĆØ indispensabile poter vendere online. Sia la piattaforma di nostra proprietĆ oppure esterna (Amazon, Bigcartel ecc..). E sarĆ sempre piĆ¹ necessario se i trend continueranno a salire in questo senso, soprattutto per quei beni/servizi che non possono essere messi in vendita nella grande distribuzione oppure nei negozi.
Partiamo dalle basi, cos’ĆØ l’e-commerce?
L’e-commerce, noto anche come commercio elettronico, potrebbe essere definito come “l’acquisto di articoli su Internet in pigiama alle 3 del mattino” ma noi preferiamo dire che si tratta della “OpportunitĆ di vendere un prodotto/servizio su Internet”. ā£
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Di fatto i negozi che vendono i loro prodotti online sono negozi e-commerce o aziende, un esempio di uno dei negozi online piĆ¹ popolari tra gli e-commerce ĆØ Amazon.comā£ e in totale esistono 4 tipologie di modelli di e-commerce, vediamole:ā£
1. Business to consumer (B2C) ā£
2. Business to business (B2B) ā£
3. Consumer to Consumer (C2C) ā£
4. Consumer to Business (C2B) ā£
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Ci sono poi diverse tipologie di e-commerce:ā£ vendita al dettaglio, vendita all’ingrosso, dropshippingā£, crowdfunding, abbonamentiā£, prodotti digitali e servizi.ā£
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La possibilitĆ di vendere online ha mostrato da subito le grandi opportunitĆ che ne derivano, i vantaggi sono incredibili e durate il lockdown tutti se ne sono resi conto: ā£
– Accesso a un mercato globaleā£
– DisponibilitĆ 24 ore su 24, 7 giorni su 7
– Si lavora da qualsiasi luogoā£
– Spese generali ridotteā£
– Marketing miratoā£
– CapacitĆ di servire una nicchia specifica
Quindi che si fa? Shop sul sito o piattaforma esterna?
Fatte queste dovute premesse, ĆØ importante comprendere come non tutte le piattaforme siano indicate per tutti i prodotti e per tutti servizi. Partiamo proprio dai servizi per i quali la scelta migliore sembra essere quella di vendere direttamente dal proprio sito web, non ci sono piattaforme online adeguatamente posizionate per i servizi se non per la formazione, ad esempio.
Non solo, se vendiamo servizi sappiamo bene che poter gestire l’agenda con un sito che dialoghi direttamente con i vari i-Cal oppure con Google Calendar ĆØ una bella comoditĆ !
Online si trovano diverse piattaforme e-commerce alle quali associarsi per vendere le proprie prestazioni, ma niente ĆØ professionale come poter far fare tutto ai clienti direttamente dal sito.
Una grande mano la puĆ² dare anche Facebook che consente di impostare orari e informazioni, oltre che di facilitare il cliente nel richiedere un appuntamento.
Da qualche settimana Facebook ha anche lanciato un nuovo prodotto, gli Shop, che sono effettivamente dei negozi profilati da sfruttare sopratutto se si fa prodotto. Questa grandissima novitĆ ci ha permesso anche di creare dei veri e propri shop online collegati anche ad Instagram, un passaggio continuo tra social network e sito web che genera traffico e moltiplica esponenzialmente le possibilitĆ di vendere da entrambe le parti.
E il prodotto dove lo vendo?
Quindi, se per i servizi le soluzioni efficaci si riducono allo shop dal sito, per i prodotti le possibilitĆ sono davvero tante e da maggio 2020 abbiamo anche questa grande opportunitĆ di sfruttare lo strumento Facebook Shop.
Per il resto le scelte vanno fatte in modo strategico, in base a come il prodotto ĆØ posizionato sul mercato, in base alle ricerche di benchmark e anche alle abitudini di acquisto della nicchia in cui il prodotto ĆØ forte.
La nicchia, la target audience insomma, il cliente ideale ĆØ il protagonista anche in questa parte della strategia perchĆ©, ora piĆ¹ che mai, le grandi quantitĆ di prodotti sul mercato (qualsiasi prodotto) obbligano i brand a dover intercettare il cliente in diversi punti del processo di acquisto. Dunque via libera alle piattaforme tipo Amazon.com per vendere il prodotto su vasta scala e vi libera anche ad una doppia distribuzione in base al costo.
Facciamo un esempio. Se un brand di moda realizza e vende contemporaneamente due linee, una piĆ¹ economica e una piĆ¹ costosa, potrebbe decidere di vendere una linea dallo shop del sito e una piĆ¹ economica su ASOS.com in modo da intercettare una fetta piĆ¹ ampia di pubblico che, di fatto, ĆØ giĆ profilata dalla piattaforma.
In conclusione, per rispondere alla domanda che apre questo articolo “E-commerce o marketplace, dove si vende di piĆ¹?” la risposta migliore ĆØ “Dipende dal Brand, dagli Obiettivi e dal Budget” perchĆ© esistono soluzioni utilissime per alcuni e del tutto inefficaci per altri.
Il punto di partenza ĆØ lo studio delle abitudini di acquisto del cliente ideale, unito all’analisi delle caratteristiche del brand, dopodichĆ© la strategia ci farĆ andare da A a B.
Come capisco quando passare da un marketplace ad uno shop sul mio sito?
Quando un brand ĆØ consolidato, il prodotto ha ricevuto sufficienti recensioni e quando il brand stesso ha volta di maturare e passare una fase piĆ¹ ampia, ĆØ il momento di aprire un proprio shop sul sito. Aggiungere un e-commerce sul sito ha un costo abbastanza elevato, pertanto ĆØ importante aver giĆ appurato l’interesse della audience e del cliente potenziale prima di prevedere questo investimento.
Nello stesso tempo dobbiamo ammettere che avere uno shop online aumenta il prestigio del brand e contribuisce a migliorare la percezione del cliente. Non solo, se pensiamo al processo di acquisto, capiamo da subito quanto avere uno shop sul sito ci consente di avere una chance in piĆ¹ di intercettare la target audience mentre decide se comprare o meno il nostro prodotto.
Possono esserci strategie che prevedono l’utilizzo contemporaneo di tre marketplace (Amazon, Bigcartel e Etsy) insieme all’e-commerce sul sito, tutto dipende dai budget e dal brand, tutto deve essere sostenibile e deve portare dati di ritorno che siano analizzabili e utili per la crescita del brand stesso. Non ĆØ piĆ¹ il tempo delle grandi quantitĆ e dei contenuti distribuiti alla massa, oggi contano la nicchia, il brand e gli obiettivi.
Se hai bisogno di piĆ¹ informazioni e vuoi approfondire il tema della vendita online invia una mail a paola@paolatoini.it